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NISE, Federico Cavann@ in Genova "work-shop"
2014 CISITALIA 202 SMM Equipaggio: Tazio
NUVOLARI – Francesco CARENA Mille Miglia 1947, secondo assoluto e primo
di classe Elaborazione modello STARLINE, scala
1/43 – Seconda parte Novembre 2014 |
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Perché Nuvolari scelse questa vettura Il grande pilota mantovano (1892 - 1953)
dichiarò che la vettura, pur se di cilindrata e potenza ridotta rispetto a
quelle degli avversari, era estremamente affidabile
e leggera. Bagno caldo Nuvolari arrivò al traguardo con i vestiti
ancora bagnati dalla pioggia che si era riversata durante la gara. Pur se la
corsa si svolse il 22 giugno, Nuvolari giunse al termine della corsa in
ipotermia e fu necessario tirarlo fuori, dalla vettura, a braccia. Fu portato
in albergo e solo dopo un bagno caldo e dei massaggi poté riprendersi. La causa del secondo posto Pare che Carena abbia raccontato, anni dopo,
che vi fosse stato un problema elettrico nel superare un ponte provvisorio
posto sul fiume Ticino. L’alternatore prese acqua per cui, lui e Nuvolari,
persero diverso tempo per riavviare la vettura. Tale racconto, però, non è
dato per certo. Altri
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Una CISITALIA da
scoprire ed elaborare Il modello, prodotto da STARLINE, è stato
distribuito tramite la raccolta di modelli “MILLE MIGLIA” per le edicole e
l’editoria. Può essere comunque reperibile nei negozi di modellistica,
tramite internet e, com’è accaduto a me, tramite mostre scambio o mercatini
dell’usato. I modelli comprati in edicola, se gli
acquirenti non erano proprio appassionati sfegatati, spesso finiscono nei
mercatini dell’usato o comunque sui banchi dei mercatini domenicali. Il modello era in discrete condizioni, tolta
una patina di polvere che indicava che era stato lasciato esposto a tutto e senza
protezioni di sorta; purtroppo un lieve effetto di sovraesposizione alla luce
ha schiarito la vernice e rese fragili le parti in
plastica. Oltre all’elaborazione propria della bellissima CISITALIA 202 SMM, v’illustrerò
come curare un modellino un po’ provato dall’esposizione prolungata a
condizioni non favorevoli alla sua migliore conservazione. Parliamo prima, però, del modellino e di
quali elaborazioni ho cercato di apportarvi. Nello studiare il modello, appaiono subito
due difetti non trascurabili: il cofano anteriore non ha le griglie di
ventilazione e quello posteriore è stato tracciato così superficialmente che,
dopo la verniciatura della scocca, è letteralmente scomparso. Il primo
riuscirò a correggerlo, per il secondo purtroppo non potrò farci nulla. Ogni
tanto, specie nella vita, non sempre tutto si può aggiustare, e il modello in
oggetto ne è una valida metafora. Inizio procurandomi cosa mi servirà per
elaborare la vettura di NUVOLARI: due ruote a raggi fotoincisi e delle
rondelle di metallo, un volante a quattro razze fotoinciso, del lamierino di
stagno, un po’ di filo elettrico, un pennarello di colore nero indelebile e
un foglio decal trasparente. Ho smontato il modello e, nel fare ciò, si è
rotta la fanaleria supplementare o meglio si è spezzata la plastica che
costituisce il supporto ai due fanali aggiuntivi. Questo può succedere
facilmente quando un modellino è sottoposto a una solarizzazione assidua,
tipico problema che si manifesta, in modo spesso non rimediabile, nei modelli
che sono venduti nei mercatini e che per giorni, e giorni,
restano esposti al sole. Il problema, almeno stavolta, ha una soluzione che
garantisce di eseguire una fedele replica della vettura e allo stesso tempo
di toglierci da un inestetismo modellistico. Se avete osservato bene le foto
dell’articolo in cui racconto della vettura, avrete notato che durante il
giorno la vettura correva senza i fari supplementari; sarà sufficiente
smontare via tutto il supporto per i fari e tappare i due buchi con due
piccoli dischetti punzonati da un foglio di stagno. Sul cofano anteriore ho posizionato
delle decal su cui avevo tracciato le feritoie mancanti. Dalle foto di una vettura
identica, oggi restaurata, risulterebbero due coppie da quattro feritoie
ciascuna. Nelle foto della vettura di NUVOLARI, invece, ho contato dodici
feritoie per lato divise in gruppi di tre. Su un foglio trasparente, decal, ho
tracciato le linee (pennarello
indelebile) e poi ho tagliato la decal a misura in sei parti con quattro
feritoie per ciascuna parte. Uno dei vetri del parabrezza mi si è rotto
alla base di attacco, sempre per le ragioni sopra riportate. Questo però l’ho recuperato e aggiustato
egregiamente utilizzando della colla cianoacrilica in gel depotenziata. Il pianale non ha problemi di sorta e ho provveduto a dipingerlo in gun-metal
dopo aver sostituito il terminale di scarico. Il terminale l’ho incollato con
una lieve inclinazione verso il basso perché il pianale appoggia all’interno
della scocca della vettura. La scocca l’ho limata per un millimetro scarso in
corrispondenza di dove si trova il terminale in questione, utilizzando una
lima lenticolare. Al termine ho ritoccato il punto limato con del colore
rosso lucido. All’avantreno ho montato cerchi fotoincisi
mentre sul posteriore ho lasciato quelli di serie (tanto restano coperti dalla scocca e sarebbe un peccato sprecarne due
di quelli fotoincisi). Per i fanali anteriori e quelli posteriori
ho lasciato gli originali, perché la qualità era buona. A quelli anteriori ho
dato un paio di mani di trasparente lucido acrilico; a quelli posteriori ho
colorato la parte inferiore con del rosso e poi ambedue i fanali li ho
coperti con un paio di mani sempre di lucido trasparente. I due parabrezza sono quelli originali della
STARLINE, pazientemente lucidati, cui ho colorato con silver opaco il
supporto di sostegno. Il tappo carburante sul retro è cromato ma per
me risulta troppo lucido, per tale ragione l’ho
dipinto con del trasparente semilucido che rende meno artificiosa la
cromatura. La targa è sbagliata e l’ho sostituita con
una realizzata in carta e riportante il numero corretto. Un paio di consigli
che mi permetto in merito all’uso della carta per realizzare le targhe: - per
incollarle usate della colla vinilica che nel tempo non cede evitando il
rischio che tra qualche anno la targa si scolli e poi svolazzi per la vostra
bacheca. Altre colle possono essere troppo incollanti e non permettere di
fare eventuali correzioni in caso di errori o imprecisioni. - Altro
consiglio riguarda una patina di protezione da applicare una volta incollata
la targa; ricoprite la carta con vernice acrilica opaca per garantire che non
ingiallisca o peggio che la scritta, se realizzata con una stampante laser,
si stacchi dalla carta stessa. Gli interni sono molto semplici da
realizzare. Il sedile unico non l’ho ridipinto perché la tracciatura delle
pieghe e delle cuciture è troppo superficiale e, se si dipinge, si rischia di
coprirle. Ho usato una tecnica molto semplice per ricreare la pelle ed
evitare l’effetto plastico. Il sedile va carteggiato con carta smeriglia
1000, che non rimuove materiale ma solo la patina lucida dovuta all’iniezione
nello stampo. Le pieghe le ho profilate con un rosso scuro con una piccola
parte di marrone scuro. Il cruscotto l’ho lasciato com’era, visto
che è fedele all’originale, ho solo aggiunto del trasparente a smalto sui due
strumenti al fine di dare loro spessore come se fossero coperti dai
rispettivi vetri. La pedaliera l’ho ricostruita da zero con le
tecniche che già in altri modelli ho mostrato; occorre solo ricordarsi che
l’acceleratore va all’estrema destra. La leva del cambio è quella presente al
momento dello smontaggio del modello, si potrebbe sostituirla con un’altra
più sottile (usando uno spillo) ma
in pratica non si vedrebbe tanta finezza e quindi non ha molto senso farlo.
Quella originale va comunque ripulita dai segni conseguenti allo stampaggio e
poi ridipinta. Mancano le profilature delle portiere e del
cofano anteriore che ho eseguito con la solita
mescola di nero + rosso + trasparente lucido. Lucidatura finale della carrozzeria con una
crema siliconica. Così, con una spesa approssimativa di pochi euro, ecco una
delle vetture più eleganti che onora la mia piccola collezione di vetture
iscritte alla MILLE MIGLIA e guidate dall’indimenticato NUVOLARI. Per tornare alla prima parte dell’articolo… Rifermenti e
documentazione fotografica: Nino
Balestra - RUOTECLASSICHE 7.1988. Immagini, nomi di prodotti, marchi, sono: tutelati dai
rispettivi copyright se registrati o non scaduti, fanno riferimento e solo ai
loro legittimi proprietari. |
Il
modellino, come si può notare, aveva uno stato di conservazione non dei migliori;
era coperto di polvere e non aveva alcuna protezione perché mancava la sua “box” di plastica trasparente. Le
ruote sono fotoincise per quelle anteriori. I dischi dei freni li ho
realizzati tramite delle semplici rondelle di metallo. A montaggio completato
le rondelle creano un’ottima simulazione dell’impianto frenante e nascondono
eventuali tracce di colla usata per bloccare le ruote all’asse. Gli interni sono molto semplici da
realizzare, fondamentale aggiungere la pedaliera. Montaggio
dei volanti fotoincisi: come fare I volanti fotoincisi
sono molto belli ma occorre prenderci la mano per poterli montare al meglio.
Ecco alcuni consigli su come procedere. La prima
operazione consiste nel separare le varie parti facendo attenzione a non
rovinare i cerchi, in plastica, e a non piegare e graffiare la fotoincisione
del cerchio del volante con le relative razze. Queste parti sono delicate e
devono essere maneggiate su un piano liscio e pulito. Seconda fase è
la pulitura della fotoincisione che la eseguo con una lima per metalli e
seguendo il movimento circolare e non orizzontale. Non conviene ancora pulire
le due corone dalle sbavature di colata, lo farò quando rifinisco l’intero
volante una volta assemblato. Terza fase la
pulitura dei due cerchi in plastica nella parte
interna e che sarà incollata alla fotoincisione, occorre quindi carteggiare
per facilitare la presa della colla cianoacrilica tra questi e la
fotoincisione. La pulizia la eseguo con un movimento lineare e non circolare,
questo per evitare di asportare troppo materiale e di farlo in modo disuniforme. La quarta fase (la più complessa) consiste
nell’incollare le corone di plastica alla fotoincisione. Monto la
fotoincisione sul perno ma senza incollarlo, bloccandola tramite un semplice
morsetto elettrico, e appoggio la corona su un pezzo di nastro da
carrozziere, ovviamente sul lato adesivo del nastro attacco il lato della corona che non va incollata. Sulla corona ci
passo uno strato di colla cianoacrilica e poi appoggio la corona tramite il
piccolo trucco che potete vedere nella foto 4; in
questo modo posso centrare perfettamente la corona con la fotoincisione e non
rischiare d’incollare la corona o la fotoincisione ad altri corpi estranei di
qualsiasi sorta (dita, nastro adesivo,
pinze e pinzette...). Quando la prima corona è incollata, sfilo la
fotoincisione dal perno, la giro bloccandola sul perno con il morsetto e
preparo la seconda corona da incollare. Incollate le due
corone, controllo che siano ben fissate sul cerchio del volante; carteggio la
circonferenza esterna con della carta abrasiva da 800 di modo che tolgo ogni
imperfezione e le tracce di colla. Per ultimo
incollo il perno e, sulle sole corone in plastica, passo almeno tre o quattro
mani di trasparente lucido. |
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