NISE, Federico Cavann@ in Genova "work-shop" 2015

FIAT ABARTH SP 1000

Piloti:, Pal JOE (Gianfranco PALAZZOLI) – Piero BOTALLA

Quattordicesimi assoluti e primi di classe alla 1000 km di Monza, 1968

Elaborazione modello per edicole, scala 1/43

Novembre 2015

 

Una versione poco riuscita

 La versione qui replicata è stata proposta dalla Best Models e dalla Carrara Models, ambedue le repliche hanno alcuni pregi e difetti.

 La versione di Denis Carrara è priva della targa di circolazione e il numero sul cofano è nella posizione errata.

 Quella della Best Models ha la forma dei numeri errata.

 

Alla scoperta di Merzario

 Fu Palazzoli a far conoscere le grandi capacità di guida, di Arturo Merzario, al grande Carlo Abarth.

 

 

 

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Gianfranco Palazzoli in una breve intervista  (YOUTUBE.COM)

 

 

 

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Fatta con gli avanzi

 Gianfranco PALAZZOLI, milanese classe 1934, è stato un valido pilota sportivo sia su due sia su quattro ruote, oltre che team manager e giornalista sportivo. Per quanto riguarda le corse in auto, ne fu prova la sua vittoria di classe alla 1000 km di MONZA del 1968. La vettura arrivò, guidata in coppia con BOTALLA, quattordicesima assoluta (18 giri dal primo classificato) e prima assoluta nella classe 1000 per le sport prototipo. Per la cronaca, l’edizione di quell’anno fu vinta da una FORD GT40 MKI pilotata da David HOBBS e Paul HAWKINS.

 

 Il modello di seconda mano non era in ottime condizioni ma lo acquistai lo stesso visto che il costo, a una mostra scambio, non superava i 3 Euro. Era in condizioni abbastanza critiche, lo comprai comunque al fine di ricavarne parti di ricambio per il medesimo modello che corse alla TARGA FLORIO del 1969. Dopo avere realizzato la versione che corse in SICILIA nel ’69, ho pensato di mettere in magazzino quello che era “avanzato” dei due modelli. Mi spiaceva fare ciò visto che mi aveva molto divertito la prima elaborazione.

 Preso da nuova passione, manco ne avessi avuto bisogno, ho raccolto gli avanzi delle due ABARTH SP 1000 e cercato quanto necessario per una seconda elaborazione, più precisamente questa di PALAZZOLI – BOTALLLA a MONZA nel ’68.

 La carrozzeria l’ho lavata con gran cura, dopo ho iniziato una fase di lucidatura che mi ha richiesto diverso tempo. Il problema più difficile era lo stato opaco che pareva ormai permanente. Le paste lucidanti TAMIYA hanno risolto molto ma il salto di qualità l’ho avuto solo con la lucidatura a panno di daino e olio lubrificante per ingranaggi. Questo metodo richiede solo tempo e pazienza ma oltre a togliere le righe riporta un’inaspettata lucidità alla vernice.

 

 

 L’abitacolo non ha richiesto lavori pesanti o difficili. Unica variante è stata la replica dell’imbottitura dei due posti e la conseguente eliminazione del sedile che era presente per il solo pilota. L’imbottitura ho l’riprodotta con un sottile foglio di alluminio su sui ho impresso le righe presenti sul manico di un mandrino per un  trapano a mano.

 

 

 I cerchioni originali del modellino erano parecchio rovinati e non più recuperabili nonostante diversi tentativi fatti anche separando i cerchioni dalle gomme.

 In loro sostituzione ne ho impiegati altri che erano di un kit BARNINI di metà anni ’90, anch’essi cannibalizzati da un vecchio kit comprato alla solita borsa – scambio. Purtroppo le gomme non erano in ottime condizioni ma opportunamente ammorbidite con vaselina sono riuscito a montarle senza che si strappassero.

 Le foto sopra mostrano i cerchi di serie del modello e quelli BARNINI.

 

  

Due dettagli dei numeri di gara, tratti da foto presenti nel sito ufficiale di Palazzoli (www.gianfrancopalazzoli.it)

 

 Purtroppo ho recuperato due foto, della vettura, solo a lavoro in concreto finito, e questo ha comportato due errori riguardanti i numeri di gara.

La forma dei numeri, da me usata, non è purtroppo molto fedele, a mia scusante il fatto che ho cercato di sfruttare al meglio quanto in mio possesso (delle vecchie decal FDS).

 Il secondo errore è la dimensione e la posizione dei numeri sul cofano anteriore; nella vettura erano decisamente più piccoli rispetto a quelli da me utilizzati e ovviamente di forma differente.

 La targa di circolazione era presente sul modello, come prevedeva il regolamento di allora, e qui a sinistra ho realizzato la replica che potrete utilizzare nella scala opportuna (le misure ideali sono 5 mm x 4 mm).

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