NISE, "work-shop" 2009 - 2018 SS
Oberscharführer (Maresciallo – capo squadra) SS-Panzer
grenadier 2.SS "DAS REICH" Battaglia NORMANDIA,
agosto 1944 Figurino di produzione, scala 50mm Settembre 2018 |
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“DAS REICH”e le tute mimetiche dei
carristi, agosto 1944 Ennesimo figurino dedicato alle truppe della
DAS REICH dislocate vicino a Tolosa (FRANCIA) poco prima del 6 giugno 1944
(D-DAY). Ho
già descritto il tessuto mimetico policromo (in tedesco “Erbsenmuster” e in inglese “Pea-dot”) che, a sua volta,
fu elaborato in due versioni successive che per semplicità furono indicate
con gli anni di realizzo cioè il 1943 e il 1944. Non
mancò la realizzazione di tute mimetiche in un solo pezzo e che permettevano
di proteggere l’uniforme nera in panno. Il
figurino Il
soggetto era prodotto da VERLINDEN, venduto in coppia con un altro carrista.
Si tratta di un prodotto che ha almeno vent’anni di onorata carriera e ahimè
i segni del tempo si evidenziano sia nella scultura sia in diversi dettagli.
Mi sono armato di tanta pazienza e ho ripulito torso e gambe da difetti di
scultura, sostituita la fondina della P38 e la testa con una HORNET. Le
mani sono quelle originali ma hanno richiesto un certosino lavoro di pulizia
delle singole dita. Negli anni ’90 erano una parte non di facile
scultura e successiva produzione, questo perché le resine erano meno fluide
di quelle attuali e gli stampi tendevano a collassare quando erano soggetti a
essere riempiti da determinati volumi. Gli stampi erano sottoposti a uno
stress depressivo, tramite una pompa che aspirava l’aria, quindi a
schiacciarsi non permettendo dettagli con resine come quelle di allora. Noterete infatti che le dita erano
estremamente lisce, ben lontane da quelle prodotte nel corso degli ultimi
anni dove, ad esempio il calco delle unghie, ora può apparire nitido. Un
dettaglio uniformologico importante, anche se all’apparenza secondario, ho
deciso di trattarlo in quest’ultimo lavoro. Si
tratta delle insegne e dei gradi che erano cucite sopra le uniformi mimetiche
tedesche. Per
le uniformi mimetiche, sin dall’inizio del conflitto, fu stabilito che
dovevano essere prive di ogni insegna e grado. Con
l’espansione dei modelli, dalle giubbe alle giacche fino alle tute a due e a
un solo pezzo, tale regola fu formalizzata nel dettaglio anche se con alcune
riserve specie per le Waffen SS. Le
tute un solo pezzo, come quella del mio figurino, in teoria non dovevano
nemmeno avere, oltre al grado militare, l’aquila nazionale cucita normalmente
sul braccio sinistro. Fu
introdotta la sola possibilità delle patch di grado che dovevano essere poste
al posto dell’aquila nazionale. Le medesime che furono in uso all’Heer e alle
altre specialità tolta la Marina militare. La
foto qui sopra, presa da un filmato dell’epoca, mostra un sottufficiale con
una giubba mimetica su cui invece è stata cucita l’aquila. Non
dubito, allora, che vi siano stati casi in cui vi fossero sia la patch del
grado sia l’aquila. La
scarsità di foto di questa combinazione posso attribuirla a ragioni di
propaganda; era importante mostrare che i militari rispettassero anche in
condizioni di combattimento le rigide regolamentazioni militari. Si
narra che, verso la fine della guerra, ufficiali tedeschi fossero ancora
inclini a infliggere dure punizioni a coloro che, specie della truppa,
personalizzassero il loro equipaggiamento e le uniformi. A
pochi giorni dal crollo del Terzo Reich, per esempio, molti ufficiali si
preoccupavano ancora di passare in rassegna i propri reparti ormai decimati e
stremati dalla fatica dei combattimenti. Lo stesso GOEBBELS passò in rassegna
un gruppo di volontari della FUEHRER GRENADIER DIVISION decorando il giovane
Willi HUBNER (16 anni) con addosso
un’uniforme e un equipaggiamento nuovi. E come scordare Alfred CZECH, il
piccolo dodicenne della HITLERJUGEND decorato dallo stesso HITLER? Anche il giovanissimo volontario si presentò
al cospetto del Führer in una uniforme impeccabile, conservata con cura da
una amorevole mamma. Alcuni degli ufficiali rintanati dentro al
Reichstag pare che si fecero preoccupazione di indossare tra le loro uniformi
migliori prima che giungesse la loro ultima ora di vita. Se
non altro furono coerenti con la loro assurda maniacalità per la guerra:
morire con l’uniforme migliore per restare immortali nella loro tetra sorte. |
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