NISE, "work-shop" 2009 - 2018 Tenente cadetto di cavalleria,
1° Divisione Cosacchi (XV
Kosaken-Kavallerie-Korp) Russia, 1941 - 1942 Rielaborazione figurino DRAGON con varie
parti, scala 50mm Marzo 2018 |
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Gli
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Conflitto mondiale |
Il Kubankas arriva fino in Italia Un copricapo militare molto caratteristico
della Seconda Guerra Mondiale fu il colbacco basso delle truppe cosacche
aderenti all’Esercito tedesco invasore dell’UNIONE SOVIETICA. Un berretto di
pelliccia, nero o bianco, a cui si associa una storia sì una peculiarità uniformologica
ma pure una mai controversa e drammatica fase bellica con molti aspetti
ancora oggi non del tutto chiari. La storia delle popolazioni cosacche e della
loro adesione all’Esercito tedesco, le quali tra il 1941 e il 1945 abbracciarono
non la causa del Nazionalsocialismo ma la lotta contro il regime comunista e
lo stalinismo, non è facile da descrivere in poche righe. A far ciò si
rischierebbero di incorrere in drammatiche grossolanità storiche a cui si
legano drammi umani e sociali ancora oggi non rimarginati. Il 10 novembre 1943, dopo la controffensiva
sovietica e il saliente di KURSK, il Ministro tedesco dei territori occupati
Alfred ROSENBERG e il comandante della Wehrmacht Wilhelm KEITEL assicurarono,
ai soldati cosacchi del DON, del KUBAN e del TEREK che, sconfitta l'Urss, avrebbero
avuto il pieno controllo autonomo dei territori di provenienza. In attesa della occupazione dei loro territori
tornati nel ’43 sotto il controllo dell’ARMATA ROSSA, furono trasferiti in
massa in altri territori europei sotto il controllo tedesco; tra questi vi
erano il nord della FRANCIA e la regione italiana del FRIULI. Nel 1944 il FRIULI era sotto il controllo di
formazioni partigiane le quali diedero vita alla Repubblica partigiana della
CARNIA, per tale ragione il Comandante superiore delle SS e della polizia di
TRIESTE, Odilo GLOBOČNIK, dispose l’arrivo di truppe cosacche (Operazione “ATAMAN”), con il
trasferimento di circa 22.000 cosacchi (9.000
soldati, 6.000 "vecchi", 4.000 "familiari" e 3.000
"bambini"), oltre a 4.000 "caucasici" (2.000 soldati ed altrettanti familiari)
a bordo di 50 treni merci militari (Fonte
WIKIPEDIA). Diverse formazioni cosacche, e parte delle
loro famiglie, furono trasferite in FRANCIA nella zona della NORMANDIA e
queste presero parte alla difesa interna durante la campagna di NORMANDIA. Il
soggetto qui riprodotto appartiene alla Prima Divisione Cosacchi che operò in
FRANCIA a partire dal gennaio del ’44. La Prima Divisione Cosacchi era composta da: ·
Prima Brigata
di cavalleria cosacca (Don): 1° Reggimento cosacco del DON, 2° Reggimento
siberiano Cosacco, 4° Reggimento del KUBAN cosacco, 1° Battaglione di
artiglieria a cavallo. ·
Seconda Brigata
di cavalleria cosacca (Caucaso): 3° Reggimento KUBAN cosacco, 5° Reggimento
cosacco del DON (sotto il tenente colonnello, Ivan KONONOV), 6° Reggimento Cosacchi
del TEREK, 2° Battaglione di artiglieria a cavallo. ·
Distaccamenti:
55° Battaglione di ricognitori, 55° Battaglione artiglieria (cavalli), 55° Battaglione
del genio, 55° “Signal Battalion” (composto
interamente di effettivi tedeschi), sezione 55° logistica e
vettovagliamento (due motorizzate e tre colonne trainati da cavalli), 55° Battaglione
sanitario e veterinario. Foto di mera propaganda tedesca che mostra un
ufficiale tedesco, al centro, circondato da suo subalterni cosacchi
(Copyright sconosciuto) Un
reggimento di cavalleria cosacca aveva uno staff di quattro-cinque ufficiali
e dodici soldati semplici. C'erano anche una sezione di comunicazione
di settanta uomini e uno squadrone anticarro. Ogni reggimento consisteva di due
battaglioni, mentre ogni battaglione era composto da quattro squadroni. Un reggimento di cavalleria cosacca aveva
duemila uomini con una squadra tedesca di centocinquanta. Inoltre, lo staff divisionale aveva un
plotone culturale e per attività di propaganda. A questi occorre aggiungere un distaccamento
di riserva di mille effettivi permanentemente di stanza appunto in FRANCIA, formalmente
parte della Prima Divisione cosacca. L’Esercito tedesco non prese mai in seria
considerazione l’integrazione totale di forze cosacche, sia per azioni
belliche sia per la difesa dei territori sovietici occupati. Lungo tutto il conflitto il ruolo di forza militare
lo ebbero solo i reparti a cavallo mentre il restante, dei cosacchi
arruolati, ebbe solo funzioni di secondo piano e spesso legate alla funzione
di Polizia occupante e di lotta alle forze partigiane. I sottufficiali e gli ufficiali di
nazionalità tedesca, aggregati alle forze cosacche, furono in gran parte posti
nei reparti di cavalleria e con ruoli ovviamente di comando. Per molti di loro l’appartenenza a tali
reparti era più un’esperienza di avventura che non legata a ragioni militari. I rapporti con la truppa furono spesso tesi e
brutali dato che nessuno parlava la lingua dell’altro e gli ufficiali
tedeschi giudicavano i Cosacchi di un livello umano inferiore e quindi da
trattare nei modi peggiori. Se di carattere non socievole e di indole
rude, i Cosacchi mostrarono comunque il loro vivo desiderio di battersi in
battaglia evidenziano un’audacia e un coraggio non usuali anche alle temute WAFFEN
SS. Non confondano le foto del tempo, i Tedeschi
presenti nelle fila cosacche ben poco legarono con questi e ne colsero solo
il lato più folkloristico come le uniformi o le usanze di cavalleria. Presero in uso i loro abbigliamenti e alcune
delle loro tradizioni ma per puro gusto estetico e per un certo esotismo che
ammantava la mentalità militare di allora; là dove mostravano rapporti
cordiali con i loro pochi ufficiali furono spietati con la truppa ordinando
loro di compiere azioni suicide o spietate azioni contro i prigionieri e le
popolazioni occupate. Convinti che accondiscendendo a ciò
sarebbero stati ripagati, i Cosacchi purtroppo furono protagonisti di azioni
crudeli che ancora oggi sono ricordate in diverse parti della RUSSIA e dell’EUROPA. Immagini, nomi di prodotti, marchi, sono:
tutelati dai rispettivi copyright se registrati o non scaduti, fanno
riferimento e solo ai loro legittimi proprietari. |
Il
tenente cadetto, riprodotto, indossa la giacca dell’HEER con la presenza
delle spalline filettate di giallo. Oltre alla pistola di ordinanza, porta al
cinturone la sciabola tipica cosacca, denominata SHASHKA. Questa e il suo
budriere furono prodotti in diverse repliche anche in GERMANIA con misure
spesso differenti. Sulla manica sinistra non sempre era cucito
lo stemma del KUBAN come del TEREK o del DON. I
pantaloni non regolamentari ricopiavano i colori di quelli cosacchi (blu
oltremare con banda laterale rossa) mentre gli stivali da equitazione erano
dotati di sperone, al fine di evitare quelli con i lacci alle caviglie.
Quest’ultimo dettaglio era importante, agli occhi dei sottoposti cosacchi,
per dimostrare che anche l’ufficiale tedesco sapeva cavalcare senza bisogno
degli speroni, proprio come era tradizione cosacca. Mi
soffermerò poco sugli aspetti tecnici di questo figurino, tutto sommato di
facile realizzo. Unico dettaglio, e per cui riporto l’ultima
foto a destra, è la modalità per realizzare i bottoni nei figurini.
Utilizzando la plastica di supporto (Sprue), se scaldata e tirata con cura
quando ancora calda, si possono realizzare sezioni circolari di diametri
diversi e che possono essere utilizzate per i bottoni da rifare o mancanti.
Con una punta da 0,7 o 0,8 mm foro la parte interessata, vi incollo la
sezione di sprue stirata a caldo, taglio a livello e carteggio lievemente.
Metodo semplice ed economico. |
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